lunedì 6 novembre 2017

Incontro in Libreria

LIBRERIA LINEA D’OMBRA
giovedì 9 novembre ore 18.30
BAMBINI E RAGAZZI: DA IDOLI A CITTADINI
la scoperta del sentimento sociale

incontro con
Domenico Barrilà
L’illusione che ci si possa salvare da soli genera atteggiamenti educativi che finiscono per svantaggiare proprio chi ci è più caro e che vorremmo proteggere. I nostri figli, esattamente come noi, sono animali sociali, dunque la speranza di una buona vita è legata soprattutto allo sviluppo della loro attitudine alla cooperazione. Data questa premessa, il nostro compito, quello di ogni educatore, è accompagnarli nel lungo viaggio verso il prossimo, contribuendo a fare amare loro la vita e, nello stesso tempo, a renderli costruttori di un mondo dove non si parli solo in termini di vittoria o di sconfitta, ma si dia un valore al grado e alla qualità della partecipazione.
Domenico Barrilà, psicoterapeuta e analista adleriano, presta particolare attenzione all’influenza delle relazioni comunitarie sulla psiche e viceversa. Sostenitore della responsabilità sociale della psicologia, affianca all’attività clinica un costante impegno nel campo della prevenzione, attraverso seminari e conferenze, indirizzati per lo più a educatori e insegnanti. Tra le sue molte pubblicazioni ricordiamo Inadeguati non si nasce (2009); Soli si muore. Conoscersi e cambiare attraverso la vita sociale (2010); Legami che aiutano a vivere (2012); Quello che non vedo di mio figlio (2016).
Un pregiudizio è un errore che si ripete all'infinito, e i ragazzi ne sono le vittime designate. La psicologia, spesso inconsapevolmente, si è resa complice di questa deriva, contribuendo al loro inscatolamento all'interno di categorie remote, create quando si andava ancora con la carrozza a cavalli e la speranza di vita non superava i cinquant'anni (…). Occorre ricordare, innanzitutto, che i ragazzi non sono una categoria sociale ma individui, quindi se smettiamo di identificarli con il "voi", pensandoli come gruppo indistinto, e passiamo al "tu", facendone delle persone, siamo sulla buona strada. Possiamo, o forse dobbiamo, rifare il percorso cancellando tutti i cartelli indicatori che ci portano fuori strada e piantandone di nuovi. Non è difficile: basta capire dove volgere lo sguardo, e così si potranno fare scoperte sorprendenti e finalmente incontrare i nostri figli per quello che sono davvero e non per quello che ci siamo messi in mente da prima che nascessero (da Quello che non vedo di mio figlio, D. Barrilà, Feltrinelli).

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